venerdì 13 settembre 2013

Osteria degli Amici. Piuttosto dei conoscenti.

Perché, diciamocelo pure, il nome che dai al locale è stra importante, c'è gente che sceglie il fidanzato in base a come si chiama, figuriamoci se non va a cena fuori senza considerare i nomi dei ristoranti. Cioè, non ti puoi mica chiamare "Ristorante La Strappona" e sperare che vengano a mangiare da te le coppie per i loro anniversari.
Eh su, è l'ABC dell'attira-clienti.
Così, se vado all'Osteria degli Amici, non dico che dobbiamo pogare insieme e prenderci a spallate, ma mi aspetto convivialità, grandi sorrisi e battute (soprattutto se sono io ad iniziare a farle).
Uh, sì sì...come no... ho visto più sorrisi in faccia a Victoria Beckham che sul viso del proprietario.
A parte il suo stato d'animo (forse ancora traumatizzato dal rientro post vacanze, visto che appena entrata ho parlato con uno che fissava il computer inebetito), il locale è caruccio, semplice, intimo e silenzioso. Adatto a chi ama la tranquillità e a chi je piace andare a cena fuori pe' guardasse negli occhi.

Il menù è classico, con piatti romani che fanno tanto osteria e alcuni più creativi pe' fa vede' che mica stanno a frigge le ova sode (cavoli, gli ho dato un'idea!).
E io, come antipasto, ho scelto la tradizione: una tipica mozzarella in carrozza con salsa di acciughe (7 euro). Presentazione davvero simpatica, uno sfizioso spiedino di mozzarellina.



Bello da vedere, ma deludente come le super sorprese dell'ovetto Kinder.
Giuro che mi sembrava appena scongelato e riscaldato. Gommoso, panatura  per nulla croccante e interno tiepido. Mi ha entusiasmato come i broccoli a colazione.
Dopo questa ghiottoneria, deliziosa quanto la voce della Ventura, dato che sono una fanatica dei carboidrati (Elena Mirò aspettami che me sa che a breve diventerò tua fedele cliente), ho snobbato la carne per un piatto di ravioli alla fonduta di taleggio e vino rosso (10 euro).
La porzione era giusta, gli odori forti c'erano, che in confronto i miei piedi sono delle saponette al profum di rosa, e così non vedevo l'ora di gustarmi un sapore deciso e intenso. Peccato che anche in questo piatto il gusto non sia stato ripagato come nella vista... Un primo onesto, poco saporito, buono come il gelato al gusto puffo. Tremenda delusione.
E per concludere questa cena all'insegna de "l'apparenza inganna eccome", come dolce un classico millefoglie (5 euro). Classico appunto, ma è stato comunque il piatto più buono.
In sostanza, sarà che avevano riaperto da poco e che forse io avevo le papille arse dal caldo, ma a me questa osteria non mi ha convinto per niente. Peccato perché non è neanche troppo cara.
Comunque, se passate dalle parti di Testaccio, vicino a lei c'è Flavio al velavevodetto.

Colonna sonora: Amici come prima non vale più la pena.

Se popo ce volete anna':
Osteria degli amici
Via Nicola Zabaglia, 25 - Roma
06/5781466

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