Interno.
Ore 21,30. Mentre ero tutta concentrata a scovare un cicinìn di
eleganza in Emma Marrone al Festival, che si sa che è fine quanto un
gambaletto color cammello su un sabot, un brontolìo partito dal mio
stomaco tuonò nella stanza.
Porca miseria avevo fame.
Ma non era proprio
fame, era più voglia di qualcosa di buono...i Ferrero Roches li avevo
già divorati pochi minuti prima, così il mio Ambrogio mi suggerì il
Grand Pub Queen Makeda all'Aventino.
Beh, che dire... È un locale della madonna!
il loro menù |
Immenso
quanto basta per farti capire subito che la regola del "in fondo a
destra" per trovare il bagno ormai è stata superata da tempo...ed in più
è davvero stra-fico.
Ad
ambientarmi però ci ho messo un pò... tra un lunghissimo bancone con
una quarantina di birre artigianali alla spina, un banco kaiten (dai su,
quel nastro trasportatore in stile ritiro bagagli all'aeroporto dove al
posto delle valigie c'è del succulento cibo) che non smetteva mai di
girare, murales ovunque perfino sul soffitto, io mi sentivo più spaesata
di Sir Ozzy Osbourne ad un concerto di Violetta.