martedì 4 agosto 2015

Sforno. Alta digeribilità e per il conto c'è Brioschi..

Sono sempre stata indecisa se scrivere o meno una recensione su Sforno, la pizzeria in zona Tuscolana.
È come quando ti invitano ad un matrimonio a fine novembre e tu non sai se è meglio indossare le calze color carne, sapendo bene che le tue gambe brilleranno di luce propria che nemmeno le apparizioni della Madonna o non indossarle affatto e morire de freddo con le gambe livide e la pelle d'oca che ti fissa trionfante.
Dopo lunghi ripensamenti, ho deciso di assomigliare alla casalinga di Voghera e sì, di indossare le calze, e sì, di scrivere su Sforno.
Comunque, questa indecisione è nata solo dal fatto che so che non sarò al cento per cento obiettiva. Non sarà come dire "i pantaloni alla turca fanno credere alle persone che ti sei cagata sotto". Questo è un dato di fatto. Punto.
No, con Sforno ci saranno un sacco di ma, però, forse, sì, no, anche se e a me mi.
Perché il mio discutibilissimo gusto la farà da padrone. 

E dopo questa logorroica premessa, vado al sodo.

Si vede che non l'ho fatta io. Foto presa dal loro sito.



Esteticamente questa pizzeria è oggettivamente brutta. Brutta come può essere un trikini indossato da Platinette. A prima vista sembrerebbe un locale come tanti, anonimo, con i tavoli di legno e le tovaglie di carta, la classica lavagna con le specialità del giorno, e i tavolini di plastica all'esterno.
È solo quando leggerete il menù che vi accorgerete che Sforno non è comune a nessun'altra pizzeria.
E già dagli antipasti capirete che qui non si scherza e che il fritto è poesia allo stato puro.
La lista è lunga e gustosa: supplì alla gricia, con porri e speck, con Frascati e porchetta, alla parmigiana, all'ortolana, anelli di cipolla, crocchette patate e 'nduja, patate e baccalà, filetti di baccalà, ecc.. 
Per non parlare delle bruschette...con la salsiccia di Liberati (che poi...chi è costui? Il paladino dei maiali?), al baccalà mantecato, alla calabrese o alla greca. 
Insomma, ringrazio il cielo di vivere a Roma. Una città che ti coccola e ti vizia l'anima, la gola, la pancia e la ritenzione idrica in ogni momento della giornata.

Quindi, per non farmi parlare dietro da una cellulite che vede minacciata la sua esistenza, io l'ho tenuta a bada con: un supplì Frascati e porchetta, uno alla parmigiana, una bruschetta con salsiccia e una con il baccalà. E questo è stato solo l'inizio di un profondo ammmmore.

I supplì, già dal primo morso, ti commuovono. Panatura perfetta, croccanti, belli ignoranti e saporiti, soprattutto quello con le melanzane. Buoni da volerci fare il bagno.

I commoventi supplì.
Anche le bruschette non sono state da meno. 'Na fetta di pane casereccio alta 2 dita, carica, ma talmente carica che io, al confronto, quando parto per le vacanze sembra che viaggi solo col bagaglio a mano.

Quella con il baccalà poi, è stata davvero un'esperienza piacevole. Cremosa, dal gusto delicato e intenso. 
Beh...sulla bruschetta con la salsiccia che si può dire se non che è l'abbinamento perfetto come i pedalini bianchi coi tedeschi?
Succosa e grassa, di quel grasso che ti riempie di gioia. Buona anche se, a mio modesto parere, se ci fosse stato dello stracchino o del semplice mascarpone sarebbe stata perfetta. 

Tra le pizze invece il menù è meno impegnativo. Ci sono le classiche più 2 speciali (la Greenwich e la cacio e pepe).

E allora perché non prendere una leggera pizza cacio e pepe quando fuori fanno 40 gradi de notte? 
Ma infatti. E rilancio aggiungendo anche una bianca con speck e stracchino.
Premetto che io adoro la pizza bassa e scrocchiarella. Sarà che ci sono cresciuta, sarà che 20 anni fa non esistevano tutte queste pizzerie gourmet (allora il massimo del gourmet era la margherita con würstel), sarà che non eravamo tutti dei gastrofighetti iper critici sempre intenti ad instangrammare i piatti, sarà che prima si mangiava con il gusto, ora si mangia con gli occhi.
Sarà quel che sarà ma io da Sforno, mi fotto. Perché qui la pizza è una napoletana a Roma. Alta, piccola e dal cornicione invadente.

Per chi ama i sapori forti e ha il colesterolo nella media, la cacio e pepe è il top (12 euro).
Morbida, senza mozzarella, ma solo chili e chili di gustoso pecorino romano.
Buona, saporita e la sera ti lascia dormire tranquilla abbracciata alla tua bottiglia Vitasnella (che si sa che bisogna bere 2 litri d'acqua al giorno lontano dai pasti).
Io una intera non riesco a finirla, quindi consiglio sempre di fare a metà con i commensali.

'a cacio e pepe.
Invece la pizza con lo speck (10 euro) l'ho trovata leggermente pesante. Nulla da dire sul condimento che era ottimo, ma l'impasto per me non era molto soffice ma gommoso e il cornicione per nulla croccante. Buona, ma nì...dopo due spicchi mi sembrava di masticare una Big Babol.

'a speck e stracchino.
In conclusione, questa pizzeria è ottima per i fritti, ma la pizza, secondo il mio umile parere, è buona ma, amando la pizza bassa, la preferisco da altre parti. I prezzi non sono affatto economici (3 euro di media per un supplì è n'esagerazione), ma se volete festeggiare la vostra quattordicesima e non avete bollette in scadenza, un salto per dire "io c'ero", lo potete fare.
Io, comunque, ve la consiglio assolutamente.


Annatece:
Pizzeria Sforno
Via Statilio Ottato, 110/116
Roma
Tel. 0671546118


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